00 19/09/2009 16:46
Tratto dalla mia posta
Entro' vestita in un bustino di pelle nera che la fasciava come un guanto e la rendeva ancora piu' austera, scarrpe con tacco non esagerato, un bel paio di stivali neri sino a mezza coscia , un gonnellino corto da urlo. Aveva gia' in mano lo strapon, quello lungo e stretto ma con una cappella grande quasi sproporzionata.
Io ero vestito come piace a Lei. Baby Doll, string minuscole, calze autoreggenti e scarpe con i tacchi. Mi piace quando sceglie l'abbigliamento che devo portare, a lei piace scegliere per rendermi la sua puttanella preferita...
Entrando mi lancio uno sguardo indagatore. Non disse nulla, mi giro' attorno, mi sistemo un po' le autoreggenti.. mi volenva perfetto/a.
Poi mi fece sdraiare sulla schiena sul tavolo e comincio a legarmi le braccia al di sopra della testa. Mi piace essere legato, mi fa sentire alla Sua merce', riesco ad abbandonarmi meglio a lasciarmi trasportare dalle sensazioni e a godere ogni istante della sessione. Mi fisso' anche una fascia per tenere fermo l'addome e mi mise i piedi in alto in due culle di cuoio appese al soffitto.
Ero immobile completamente divaricato e a Sua disposizione.
Con una mossa di lentezza calcolata indosso' lo strapon, e mi si avvicino'. Prese un po' di lubrificante e spostando il filo della string lo spalmo'. Cominciavo gia' e pregustarmi... ma improvvisamente si sposto' venne al mio fianco, monto' sul tavolo e mi disse " lo so cosa vuoi troietta... lo avrai... ma non adesso, adesso pensi a me" e mi infilo' lo strapon profondo in bocca. Rimase un bel po nella mia bocca e io mi eccitai moltissimo. Si accorse della mia eccitazione e smise ... immediatamente.
Lo sguardo era adesso molto molto severo. "ti avevo detto che avrai quello che vuoi, ma quando lo decidero' io, e tu cosa fai? sei talmente una puttana che ti ecciti al primo approccio. Adesso ci penso io a riportarti al tuo posto".
Detto, fatto. Si tolse lo strapon e torno al mio fianco. Prese i capezzoli fa le dita e inizialmente li massaggio', poi inizio a stringerli, cominciando piano ma incrementando gradualmente la pressione. Sa che soffro questo, il il mio respiro che diventa affannoso o che si blocca del tutto le da il modo di capire il mio stato d'animo, anche se io cerco di resistere e di non gemere. A un certo punto il dolore diventa cosi' intenso che emetto un rantolo, misto di piacere e dolore, rantolo che sembra placarla. Ma era solo una falsa speranza. Si allontana e torna con due pinzette con i becchi a coccodrillo. I miei capezzoli sono gia' molto sensibili e quelle pinzette debellano la mia volonta', mi piegano in poco tempo. Dovetti gemere, contorcermi fino a quando, magnanima, le tolse massaggiandomi poi quasi dolcemente. Disse "sono fiera di te, hai sofferto per la tua padrona, puo' essere che tu abbia la tua ricompensa da troia in calore".
Poi sale di nuovo sul tavolo mi benda in modo leggero e mi offre un suo alluce da succhiare. Lo bacio e succhio con piacere a lungo, poi viene la volta del secondo alluce. Buoni profumati intensi momenti. All'improvviso sento in peso sul viso, il mio naso e la mia bocca vengono avvolti in un misto di cotone, pelle, e cuoio. Faccio fatica a respirare, comincio ad ansimare sempre piu' forte, mi manca il respiro. Allenta la pressione, prendo fiato e realizzo che si e' seduta su di me. Il profumo mi inebria e nonostante ansimi vistosamente mi eccito di nuovo. lei se ne accorge subito e senza darmi tregua con il respiro, mi prende di nuovo all'improvviso i capezzoli fra le dita e mi fa gemere dal dolore. Dice " Brutta puttana che non sei altro... dovevi avere pazienza. Non mi piacciono le troie disubbidienti". Si alzo in modo che potessi respirare liberamente, e le due strizzate che mi diede ai capezzoli me le ricordo ancora, cosi' come ricordo i gemiti che uscirono... sublimi.
Alzandosi lentamente riprese in mano lo strapon, lo indosso' e si avvicino' al mio buchino oramai voglioso. Riprese a lubrificarmi meglio mi dilato' leggermente per preparare il terreno, poi sempre con lentezza esasperante comincio' a slegarmi. Quando fui libero mi porto' sul cavalletto di cuoio, mi mise sulle quattro zampre e comincio a penetrarmi. Non amavo quello strapon, la cappella era enorme se paragonata al fusto, soffri molto quando lo infilo' seppur cautamente. Poi mi stantuffo' per bene. Le sensazioni divennero del tutto piacevoli, ero la sua troia, godevo e sapevo che anche lei godeva poiche' le piace sbattermi come e quando vuole. Cambio' poi lo strapon prendendone uno piu' "sostanzioso" e le senzazioni cambiarono ancora in un piacere sempre piu' intenso.
Finimmo con me disteso sulla pancia sul tavolo dei giochi con lei sopra incollata a me che mi sbatte' ancora a lungo. L'eccitazione era oramai tale e tanta che chiesi ed ottenni il permesso di masturbarmi e di godere.
Distesa al mio fianco mi consolo', eravamo tutti e due distrutti e appagati. Una sessione intensa, molto fisica ma soprattutto cerebrale. Quel giorno avevo bisogno di cedere il controllo, lasciare fare a qualcuno.....
scritto da
R. 1957